FOTO © ERNESTA CAVIOLA

- Che senso ha il vostro costruire? – domanda. – Qual è il fine d’una città in costruzione se non una città?
Dov’è il piano che seguite, il progetto?
- Te lo mostreremo appena termina la giornata; ora non possiamo interrompere, – rispondono.
Il lavoro cessa al tramonto. Scende la notte sul cantiere. – È una notte stellata. – Ecco il progetto, – dicono.

Italo Calvino, Le città invisibili

Francesca e Gabriele ancora non si conoscevano quando entrambi si laureavano il 27 Settembre. Poi, guardando le foto di quel giorno, videro in un angolo dell’inquadratura lui o lei, lontano sfuocato. Entrarono a far parte di un gruppo di giovani architetti con tanta voglia di fare, nessun maestro e solo compagni di avventura con cui trascorrere tante nottate di consegna. Sui tetti di Genova, nell'antica città con il grande porto, costruirono il loro nido e l’acqua dolce del lago di Bolsena benedisse la loro unione. La voglia di famiglia diventava grande.
Poi, gli occhi davanti al monitor del computer bruciavano sempre di più e le ripide scale fatte di corsa che portavano al quarto piano di vico Salvaghi diventarono sempre più pesanti. Come chi va per mare decisero di lasciare il porto sicuro e diventarono naviganti di terra. Si colorarono di Terra di Siena e si trasferirono nella piccola città del cristallo, Colle di Val d'Elsa, a metà strada, dove adesso si dividono tra famiglia e lavoro, in una casa dove in studio si può giocare coi bambini e in cucina si può lavorare mentre prepari cena.
Hanno scoperto la bellezza e la ricchezza del territorio che li ospita, attraverso gli occhi dell’amico artista Michael Franke che ripercorrendo le orme dei mitici pittori d’oltralpe ha realizzato un viaggio pittorico nell’anima e nell’essenza del territorio e del paesaggio dell’Etruria.
Sempre alla ricerca di un piano B, lavorano a progetti possibili e impossibili. Sconfinando oltre gli stretti ambiti della disciplina e delle specifiche competenze, allargano lo sguardo per navigare nella complessità. Hanno la grande ambizione di rifondare la cultura del progetto tra il passato da preservare, che a volte è pesante e paralizza, e la necessità evolutiva di inventare e far emergere novità. Lo fanno attraverso l'infaticabile e ostinato lavoro creativo tra memoria e oblio e coltivando immaginari con la forza dirompente del sogno.
Tra i loro progetti potrete trovare architetture e costruzioni di carta, coordinati grafici e case sentimentali, dati scientifici e pitture ad olio, passi letterari e favole per bambini, e ancora, rock progressive e musica ammutolita, città invisibili e piane ipermercate. Nel cuore il grande mare.
Gabriele Maria Pulselli, Viterbo, 25/03/1973
Da bambino gli capitava spesso di finire in un cantiere, per mano con il papà Giorgio, architetto e dirigente del Comune di Viterbo. Dopo il diploma, Gabriele lascia la sua città e si iscrive alla facoltà di Architettura di Genova.
Appena laureato, entra a far parte del team della 5+1AA (Alfonso Femia e Gianluca Peluffo). Dal 1999 al 2008 lavora a numerosi concorsi nazionali e internazionali, progetti e realizzazioni per committenti pubblici e privati. Ha rivestito il ruolo di responsabile interno di progetto per importanti interventi e aree in trasformazione a Genova, Savona, Milano e Roma.
Cura la progettazione e le relazioni con le varie figure tecniche coinvolte in tutte le fasi, dallo studio di fattibilità al progetto esecutivo, fino alla realizzazione di opere di diversa complessità e dimensione, quali nuove realizzazioni, rifunzionalizzazioni e riqualificazioni, per la quale generalmente svolge direzione lavori o direzione artistica oltre all’eventuale coordinamento della sicurezza. In varie occasioni si occupato con soddisfazione di allestimento e design.
Arricchisce il suo know-how e opera in ambito storico con il restauro conservativo di edifici monumentali, in costante dialogo con gli enti e la committenza. 
È stato relatore in tre convegni tenutisi presso gli Ordini professionali di Terni, Viterbo e Rieti sul tema della progettazione architettonica di edifici in legno realizzati con tecnologia xLam studiata e applicata per due recenti realizzazioni di diversa tipologia.
Francesca Ameglio, Genova, 17/10/1972
Francesca cresce tra il tecnigrafo e la reprocamera della mamma, allieva di Luciano Vegni, cartellonista, pubblicitario e illustratore, autore di campagne pubblicitarie per marchi come Dufour e Elah tra gli anni ‘50 e ‘70. Il fascino per questo mondo creativo e bizzarro l’ha portata a intraprendere, fin dall’inizio, gli studi in ambito artistico. Frequenta il liceo Nicolò Barabino di Genova. Nel frattempo la professione del grafico sta cambiando e, nello studio della madre, impugna un mouse e fa muovere una freccia sul monitor di un Macintosh IIci al posto di matita, riga e squadra. Si iscrive alla Facoltà di Architettura e l'interesse, ma soprattutto la passione e la sensibilità per la grafica caratterizzano tutto il suo percorso formativo e la professione di architetto.
Dal 2000 al 2006 è consulente per gli studi di architettura 5+1 (fino al 2005) e Emilio Morasso di Genova.
Il suo ruolo all’interno degli studi si concentra nella creazione dell’immagine di sintesi e di tutti gli elaborati grafici di supporto al progetto, strumenti di comunicazione efficaci, ma anche strumenti di progettazione stessa, nella loro capacità di sintesi e suggestione del progetto.
Si occupa di concept design per alcuni centri commerciali e dell’intrattenimento e sviluppa per alcune importanti società un progetto completo di corporate identity, dal nuovo marchio al trattamento di facciata degli edifici. 
Realizza diverse pubblicazioni maturando una buona esperienza nel settore dell’editing e del digital publishing. Dal 2007 al 2011 è responsabile grafico per la casa editrice Zandonai di Rovereto.
Collabora con ricercatori universitari per lo studio e lo sviluppo delle tecniche di rappresentazione dei dati complessi (information design) allo scopo di migliorare la loro visualizzazione, comprensione e divulgazione. Nel 2014 ha conseguito il “Sustain-Ability Certificate” dell’Università di Siena e possiede competenze di base sul tema della sostenibilità, sia dei principi che degli strumenti utili per operare in materia di sviluppo sostenibile. Nel 2020 ha diretto e coordinato il Festival dell'Architettura a Colle di Val d'Elsa promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del MiBACT.  Nel Marzo 2022 ha conseguito il Master di II livello in Rigenerazione urbana e Innovazione sociale allo IUAV di Venezia. Il suo project-work si è tenuto a Foqus, Fondazione Quartieri Spagnoli di Napoli.
È mamma di Carlo e Edoardo.
Nel settembre 2008 si trasferiscono a Colle di Val d’Elsa, nel senese.
Portano con loro l’esperienza maturata negli anni all’interno degli studi di architettura e su di essa costituiscono nel 2009 il loro studio. Piccolo ed agile, svolge attività di consulenza in architettura e nei diversi settori del design e della comunicazione. Sperimentano ogni giorno un modello di collaborazione fondato sulla profonda comprensione delle diverse esigenze, fianco a fianco con i clienti e costruendo insieme, attraverso un approccio multidisciplinare, le soluzioni per rispondere agli obiettivi di sviluppo sostenibile, tenendo conto non solo degli aspetti economici ma anche di quelli sociali ed ambientali. La collaborazione dal 2013 con Indaco2, società spin-off dell’Università di Siena, arricchisce il loro know-how nel settore ambientale. Con Indaco2 hanno sviluppato tecniche di comunicazione per aziende che guardavano alla sostenibilità ambientale dei loro processi come occasione per una rinnovata immagine aziendale concreta e virtuosa.
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